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Conferenza sul sogno
a cura di Lidia Fassio
   
 
Conferenza sul sogno
Alla voce “Sogno” , il dizionario di psicologia di Galimberti riporta:
“attività mentale che si svolge durante il sonno e di cui è possibile conservare , dopo il risveglio, immagini, pensieri ed emozioni che hanno caratterizzato la scena onirica. Questa, essendo interamente governata dalle leggi dell’affettività presenta una strutturazione che è completamente svincolata dai principi che regolano il pensiero logico e l’orientamento della realtà, soprattutto per quanto riguarda il principio di identità, di causalità, di non contraddizione e le coordinate spazio-temporali che subiscono profonde alterazioni rispetto all’esperienza diurna.

Prima di lasciare la parola alla signora Gatren , vorrei parlarvi del significato del sogno in psicoanalisi e delle differenze fondamentali tra la visione del sogno freudiana e quella Junghiana nonche’ dell’importanza del sogno nell’analisi del profondo.

La psicoanalisi, con Freud, assegna al sogno un significato basilare che è rintracciabile nell’interpretazione che ha come compito quello di portare alla luce un significato che prima era inconscio.
La teroria freudiana parla anche in modo molto preciso della natura e delle funzioni del sogno in questi termini:
parte dal presupposto che il sogno è un prodotto psichico e come tale ha un senso preciso: è una forma particolare del nostro pensiero e, come tale, Freud sottolinea che il sogno non è l’inconscio ma è la forma nella quale un pensiero scartato dal preconscio e dalla coscienza vigile può palesarsi tramite lo stato di sonno.
Freud sostiene che nello stato di sonno il pensiero viene rafforzato da desideri inconsci e deformato dal lavoro onirico.
Il sogno è l’appagamento mascherato di un desiderio represso o rimosso: e questo dipende dal fatto che è un materiale prodotto dall’inconscio il quale non conosce altra meta se non l’appagamento di un desiderio.
Il sogno è una formazione di compromesso ed ha due funzioni: da una parte è in sintonia con l’ IO perché serve al desiderio di dormire; dall’altra permette ad una spinta pulsionale rimossa il soddisfacimento di un desiderio.

Per Freud l’interpretazione del sogno è da considerarsi la “via regia che porta alla conoscenza dell’inconscio nella vita psichica”.
Interpretando i sogni attraverso le libere associazioni e i simboli, si può giungere ad evidenziare alcuni temi centrali che possono portare al rimosso
Di conseguenza, la conoscenza del simbolismo onirico diventa il mezzo privilegiato per l’interpretazione anche nei casi in cui le associazioni del sognatore fanno difetto o sono insufficienti.

Nella Psicologia Analitica Jung definisce il sogno come un’autorappresentazione spontanea della situazione attuale dell’inconscio espressa in forma simbolica.
La teoria Junghiana contrasta con quella Freudiana in quanto non riconosce al sogno esclusivamente una valenza di soddisfazione di desideri.
Per Jung la via regia all’inconscio non sono i sogni, bensi’ i complessi che sono la causa dei sogni e dei sintomi. Jung sostiene inoltre che essi non siano affatto una via “regia”, in quanto irta di complessità e di tortuosità che non porta al cuore dell’inconscio bensi’ che va oltre.

Per Jung il sogno è un elemento creativo che può aprire una strada, un sentiero anche se irto, per cercare di capire cio’ che l’inconscio fa con i complessi.
Jung dice : “voglio capire cosa dicono i sogni sui complessi, non quali sono i complessi. Voglio sapere come l’inconscio si comporta con i complessi di una persona. Voglio sapere a cosa si sta preparando, ragion per cui io non applico il metodo delle associazioni libere perche’ non mi interessa conoscere i complessi. Sono convinto che il sogno non nasconda nulla perche’ il sogno è un tutto. Freud cerca i complessi, io no: questa è la differenza: io cerco di capire cosa fa l’inconscio con i complessi”.
La capacità che ha il sogno di raffigurare in forme personificate, permette a quella parte del complesso inconscio dotata di una propria energia di poter avviare un dialogo con la coscienza. Pero’, il sentiero va oltre, perche’ spesso il sentiero non riguarda solo i contenuti personali del sognatore ma va a toccare un livello molto piu’ primitivo che è anche universale ed immutabile.
In esso si possono esprimere gli archetipi che offrono la possibilità di dar forma sia alla parte piu’ istintiva sia a quella piu’ spirituale, ovvero ai due estremi di uno spettro psichico, che altrimenti sarebbero invisibili così come invisibili ai nostri occhi sono l’aspetto infrarosso e quello ultravioletto della luce.
Jung sostiene che attraverso le immagini archetipiche rappresentate dal sogno si può vedere il rapporto che esiste tra i due massimi contrari : materia e spirito e può quindi iniziare quel delicato processo di avvicinamento e di integrazione delle parti divise per portare a termine quel processo alchemico che consiste nell’unificazione del Se’, centro ideale della psiche, meta di ogni processo psichico.

La mia personale esperienza mi porta a pensare che il sogno sia l’espressione naturale della forza vitale di una persona; esso infatti fornisce immagini di energie che sintetizzano esperienze passate, presenti e future sia personali che transpersonali.
Il sogno può essere usato per accedere a parti inconsce della vita, può servire a fornire delle indicazioni rispetto a progetti, programmi e orientamenti; possono fornire ispirazioni di vario genere. Jung sosteneva che il sogno è in relazione allo sviluppo, al mantenimento o al ripristino dei processi, delle strutture e dell’organizzazione della psiche.

In questo senso il sogno può essere usato per “curare” proprio perche’ può portare alla coscienza metafore e simboli di quell’energia che sostiene e dirige la vita personale, mostra anche quei modelli che sottostanno a cio’ che noi agiamo consciamente e quindi, proprio per la nostra salute psichica dobbiamo avere con esso un rapporto consapevole.
Per un terapeuta il sogno diventa un veicolo attravero cui scorrono i messaggi sulle strutture psichiche e sui complessi del sognatore, nel passato e nel presente. Trasmette pero’ anche informazioni sulle relazioni del soggetto con tutte le persone su cui i complessi vengono proiettati.
Al tempo stesso pero’ il sogno lascia anche intravvedere le potenzialità di sviluppo poiche’ collega spesso con la dimensione spirituale del sognatore

Per comprendere i sogni ci vuole comunque capacità di leggere il simbolo, ma anche arte. L’arte serve a cogliere le molteplici sfaccettature che nel sogno si rappresentano e che fanno parte di una scena che si rappresenta nel teatro interno della persona. Il terapeuta ha quindi un posto in prima fila per assistere alla scena che si svolge sul palcoscenico dell’inconscio.
Per questo la lettura di un sogno richiede sensibilità al contenuto tematico del sogno stesso, alle qualità specifiche del sognatore poiche’ ad esso è legato, e in ultimo, alle varie interconnessioni che si giocano tra i vari personaggi rappresentati, le forme e il contesto.
Richiede inoltre una grande sensibilità ai toni emotivi, a certe qualità come la coerenza o l’incoerenza e alle discrepanze nei temi, nelle immagini, nelle azioni e nelle figure . Richiede inoltre la comprensione tra la realtà esterna del soggetto e la posizione interna.

Il sogno diventa così una specie di radiografia che comunica informazioni a diversi livelli sulla situazione presente del sognatore vista da una prospettiva fino a quel momento sconosciuta o inconscia.
Per Jung Il sogno è un “prodotto obiettivo e naturale della psiche, un autoritratto del processo vitale psichico che esprime un processo involontario, non controllato dalla volontà cosciente e rappresenta la vera realtà interiore così com’è , non come la suppone il terapeuta e neppure come il paziente la vorrebbe, ma proprio come essa è.
Ogni sogno rappresenta quindi delle immagini che trasmettono informazioni su cose sconosciute ma di vitale importanza riguardanti il sognatore, il suo terapeuta e il processo della terapia, l’andamento. Spesso, da un sogno di un paziente si può comprendere che bisogna tornare indietro, che ci sono ancora delle cose da elaborare, oppure delle cose da comprendere meglio. Il sogno può essere considerato un messaggio che prorompe da un’intelligenza superiore, anche se arcaica, che propone nuovi atteggiamenti significativi.: il SE’ , la Guida, colui che esiste e dal quale l’IO promana, quell’istanza che spinge a farci diventare cio’ che siamo.
Il SE? In senso Junghiano è anche il principio direttivo del processo di individuazione, ma non solo, esso è il principio direttivo degli eventi della vita e del materiale onirico, il quale fornisce messaggi metaforico/allegorici e simbolici che contribuiscono all’individuazione.

In quest’ottico, il sogno non dice cosa dobbiamo fare, ma implicano la necessità di riconoscere e affrontare qualcosa che esiste gia’ nella propria vita anche se spesso non se ne ha coscienza.
Questa decisione è lasciata alla responsabilità della coscienza morale della persona; indica pero’ quel che c’è realmente nella situazione esistenziale del sognatore, al livello sia dell’oggetto che del soggetto.

I sogni danno informazioni sullo stato attuale in cui il SE’ vede certi aspetti dell’Io : sono tipici di persone che si identificano con le parti migliori di se’ ; in sogno spesso emergono situazioni in cui sono costretti a prendere coscienza della mancanza di responsabilità, oppure dell’egoismo della non generosità’, ecc.; questi spesso sono quelli che il soggetto fatica di piu’ ad accettare in quanto non si vuole riconoscere.

Durante la terapia spesso ci sono sogni di frammentazione che indicano il momento in cui il soggetto ha messo in luce vari frammenti di se’ che dovranno poi essere ricomposti

I sogni possono essere complementari o compensatori ed è in questo modo che mantengono in equilibrio l’interno e l’esterno del soggetto

Possono rappresentare motivi archetipici e mitologicie, in questo caso, sono dei modelli ordinatori che possono dare nuova forma e nuova struttura;

possono essere prognostici che spesso in terapia danno indicazioni al terapeuta su come affrontare determinati problemi che causano grave sofferenza e sulla capacitò dell’analizzando di tollerare la conflittualità richiesta dal lavoro analitico. Quando l’Io è troppo fragile, indifferenziato, caotico e privo di confini, può non essere in grado di aprire un dialogo con l’inconscio senza somatizzare o vivere episodi psicotici.

Possono dare riferimenti al corpo, al suo funzionamento, ai bisogni o a eventuali patologie del corpo

I sogni per concludere, naturalmente dal mio puti vista di terapeuta sono l’entrata alla fonte della vita. Mostrano la situazione del sognatore così come essa è e a volte per questo sembrano spietati, minacciosi o distruttivi ; tuttavia, questa impietosità è oggettivia e priva di sentimentalismi come ogni altro aspetto del processo naturale.
In pratica, i sogni non sono ne’ buoni ne’ cattivi: quando il sognatore riesce a coglierne il significato e ad adattarsi alla prospettiva indicata dal Se’, tale adattamento produce di solito una grande sensazione di benessere; se invece l’adattamento non c’è o non è possibile, permane spesso la sensazione che il sogno fosse cattivo o minaccioso.
Quello che a volte è triste per un terapeuta è il constatare che alcuni sognatori sono poi incapaci di aprirsi alle offerte che il SE’ tende a fare tramite il materiale onirico e deve stare ad osservare l’alienazione del sognatore dalla sua potenzialità e totalità: in questo caso c’è un rifiuto al cambiamento e allo sviluppo. I pazienti molto danneggiati (borderline o psicotici) spesso non riescono ad elaborare sufficientemente i loro sogni al punto che a volte accade al terapeuta di chiedersi lo scopo di tale materiale che giunge dal Se’ guida: a volte si rimane estasiati di fronte ad un Se’ che sembra non arrendersi mai nella sua comunicazione, come se non stesse minimamente a badare se l’Io è in grado di ascoltare o no.

Pero’, e qui vorrei passare alla seconda parte di questo discorso, il sogno non è e non deve essere limitato esclusivamente alla sfera della patologia e della terapia. I sogni hanno un valore incalcolabile poiche’ rappresentano per chiunque un dialogo con l’inconscio e con le manifestazioni del Se’ e sono una ricchezza ineguagliabile che può alimentare le potenzialità, la creatività, la fantasia del soggetto.
C’è una leggenda che dice che prima della nascita l’angelo mette una luce sopra l’anima “in modo che l’anima possa vedere da una fine del mondo all’altra, dove vivrà e dove morirà…. E, la conduce per il mondo intero e le indica i giusti e i peccatori e tutte le cose”. Ma, dopo la nascita, l’angelo spegne quella luce e il bambino dimentica tutto cio’ che la sua anima ha visto e appreso ed entra nel mondo piangendo perche’ ha perduto un luogo di rifugio, sicurezza e riposo”. Ma una volta entrata nella vita terrena, l’anima fugge dal corpo ogni notte, sale in cielo e li’, attinge nuova vita.

Forse, sognando tentiamo di ricordare quello che la nostra anima ha sempre saputo.
Spesso, al di la’ della terapia si possono usare delle tecniche che si chiamano “SOGNI GUIDATI”, tecnica messa a punta da Desoille che consiste nell’indurre la persona a entrare in uno stato di rilassamento che lo porta esattamente a lasciar scorrere le immagini che nascono spontanee dal suo inconscio e che appaiono di fronte ai suoi occhi. Il sogno guidato è particolarmente utile per riuscire a comprendere cosa il soggetto sta pensando di se’, della sua personalità, in quale momento della sua esistenza si sta trovando, quali tipi di contatti e di relazioni ha e come si valuta.

Con questo breve escursus ho cercato di darvi un’idea di che cosa è il sogno da un punto di vista del profondo e come lo hanno inteso i due capiscuola che hanno studiato l’inconscio.

Una breve parentesi merita comunque Hillman che ha praticamente dato del sogno una visione diversa dalla psicoanalisi.
Hillman dice che i sogni appartengono all’Anima e nascono da quel territorio infero da cui anche la coscienza diurna ha origine.



 
   
 
INFORMAZIONI SULL'ARTICOLO
 
Conferenza Tenuta ad ORTONA il 4 AGOSTO del 2001
   
 
INFOMAZIONI SULL'AUTORE
 
Lidia Fassio - studiosa di psicologia - simbolismo - mitologia e medicina psicosomatica.

Appassionata di astrologia da oltre 20 anni : allieva di Lisa Morpurgo; ha fatto parte del gruppo di Milano. Da anni ha individuato le strette connessioni tra astrologia e psicologia ed ha integrato le due discipline in un particolare metodo di lettura che insegna nei suoi corsi.
Ha partecipato a vari congressi nazionali ed internazionali in qualità di relatrice. Scrive su riviste specializzate.

Tiene corsi, seminari e conferenze di astrologia umanistica in tutto il territorio nazionale.

E' moderatrice della mailing list Convivio Astrologico di M. Olmeda collaborando all'omonimo sito.
E' torinese - E' Capricorno ascendente Ariete e Luna in Leone.
E' caposcuola nel cercare di far riconoscere agli astrologi un vero e proprio ruolo professionale; sostiene da anni la necessità che l'astrologia abbia una vera e propria "formazione" che prepari alla professione di "counsellor".

Nel sito si avvale della collaborazione di numerosi colleghi e di allievi.