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VIAGGI NELLA SPIRITUALITA’
a cura di Simona Cernicchi
   
 
VIAGGI NELLA SPIRITUALITA’
Prendo ispirazione per iniziare questo articolo, che accorpa parti degli interventi fatti sul forum del sito www.ilrisvegliocentrostudi.com sui temi “Spiritualità: esperienze e percorsi/Assoluto” e che racconta alcuni modi di “sentire” Dio, da una frase che Nazzarena mi ha regalato.
Sul forum ho usato, inizialmente, il nick Malaika. In seguito, Nazzarena mi ha scritto che per lei l’identità va ri-cercata anche attraverso il nome, perché spesso è il nome che un pochino ci indica la strada. Ho fatto delle ricerche e scoperto che Simona deriva dal femminile dell'ebraico Shime'on, tratto da shama, “ascoltare”, con il significato di “Dio ha ascoltato” oppure “colei che ascolta e ubbidisce a Dio” (fonte: http://gens.labo.net/).
Dove, come, quando “sentiamo” Dio? C’è un disegno superiore che ci guida? Esiste una dimensione “oltre”, una dimensione trascendente? Quali sono le strade della spiritualità?
Ilaria mette in risalto che “abbiamo una grande nostalgia del tutto dal quale ci siamo distaccati per poi riconnetterci, consapevolmente, alla fine del nostro cammino individuale. L'esigenza di riconnettermi con qualcosa di più grande è fortissima e ogni giorno nella vita quotidiana riesco a trovare mille significati, mille sincronicità negli eventi che accadono. Per me questa è la spiritualità”.
E ci dice che “se riusciamo a contattare Nettuno nella vita di tutti i giorni, nello sguardo di un bambino o di un animale, di un amico che ci chiede aiuto o che ride con noi, di un genitore che ci sta per lasciare possiamo evitare di cadere nei simboli più deteriori del pianeta come la dipendenza o la fuga dal mondo. Non c'è bisogno di cercare Dio lontano perché è con noi sempre, basta saperlo vedere”.
Massimo apre una finestra sul pianeta in cui viviamo e sottolinea come “nell’era dell’Acquario sembra che l’essere umano dovrà raggiungere una perfetta consapevolezza e conoscenza di Dio. Oggigiorno riusciamo quantomeno a percepire che l’esigenza di spiritualità sta aumentando e ciò è giustificato scientificamente dal salto vibrazionale che il pianeta Terra ha iniziato ad effettuare a partire dagli anni ’80. La vibrazione in frequenza della materia sta infatti mutando (i quark – elementi basilari della materia – stanno aumentando la loro velocità di rotazione su se stessi -- termine scientifico: spin). Cosa significa in parole povere? Significa che il nostro Pianeta è come se fosse un essere senziente che si sta evolvendo, in un certo modo si sta spiritualizzando. Questa variazione comporterà delle sicure ripercussioni sulla nostra vita di esseri umani, in quanto ci stimolerà a raggiungere un livello spirituale più elevato. Il cambiamento vibrazionale di questo Pianeta pone infatti gli esseri umani di fronte ad una scelta: compiere o meno un percorso evolutivo. Questo non solo per ragioni mistiche o religiose, ma anche per questioni energetiche ben precise. Con l’innalzarsi della vibrazione terrestre, l’aspetto fisico, psicologico e mentale delle persone dovrà evolvere e si dovrà adeguare a questo nuovo livello di coscienza”.
Alla fine del suo intervento ci suggerisce che “la parte più importante e rilevante di questo cambiamento sarà il ritorno al perfetto funzionamento della coscienza etica, sia collettiva che individuale e quindi della forma-pensiero non distorta della Compassione. I nuovi bambini che stanno nascendo, i cosiddetti bambini indaco, sono esseri altamente evoluti e già adeguati alla futura struttura energetica del pianeta”.
Per Arrigo “non c’è un percorso spirituale uguale per tutti, ma ognuno nel cammino esistenziale deve cercare il senso della propria esistenza, diciamo il fine per cui sta sperimentando nella materia. Lo scopo principale della mia esistenza è quello di portare la spiritualità nella vita, non separare, come penso ho fatto in tante vite precedenti, la vita spirituale dalla vita materiale. Se vogliamo etichettare, la mia è una visione di tipo taoista, che vede nella manifestazione tutta, in tutti gli esseri senzienti la stessa luce, la stessa essenza, solo la superficie è diversa, dentro c'è la vera unità”.
Ci ricorda quanto sia importante crescere in consapevolezza, nonostante le resistenze e i blocchi, “nell’ottica di una trasformazione” che passerà per “una costante integrazione di tutti gli aspetti, relegati spesso nell'ombra. Ecco perché è fondamentale avere verso se stessi un atteggiamento di infinita compassione e amore perché c’è tanta fatica in questo cammino nella dualità”.
Infine, ci racconta che la sua sfida sta nel confrontarsi “con la grande paura di espandere il mio ego, di manifestarmi. Paradossalmente le religioni tutte pongono l'accento proprio sui pericoli dell'ego in realtà per me vale il contrario perché, come dice il mio amato Maestro OSHO, "il frutto cade dall'albero solo quando è maturo", nel senso che prima di lasciare andare l'ego, bisogna dare spazio ed energia al nostro potenziale anche nel mondo”.
Arrigo parlando di ombra e di luce ha portato alla mia memoria un ricordo del passato e un’esperienza del presente. Da piccola mi soffermavo a vedere come venisse disegnato Dio nei libri di religione. Era raffigurato sempre come il Sole che con i suoi raggi risplende su ogni persona, su ogni cosa e tutto illumina. “Si sente” così che Dio è Luce.
Da poco mi sono avvicinata al disegno e ho compreso l’importanza dell’ombra per far risaltare la luce in un chiaroscuro. Forse avrete già vissuto quest’esperienza ma se non l’avete mai fatta provateci! Scegliete un oggetto semplice da disegnare, coglietene la forma e le ombre, poi prendete un foglio bianco, liscio e ricopiatelo. Inizialmente, vi sembrerà di avere tra le mani solo un foglio bianco e non potrete scorgere l’intensità e la purezza della luce che in esso è contenuta fino a che non stenderete un velo di ombre. Con una matita morbida concentratevi sulle zone d’ombra del vostro oggetto e rendetele molto nere. Sperimenterete che più le ombre sono profonde, potenti, più la luce degli spazi bianchi dell’oggetto che avete disegnato è intensa, pura. Le ombre che sono un mio prodotto – le creo con la matita – mi servono per fare esperienza della luce del foglio ma il foglio/luce esiste a priori. Ed è proprio la luce che io cerco di tirar fuori nel disegno.
Quando si disegna il tempo non esiste e non si vede più ciò che ci circonda come lo si vedeva prima. Si impara a vedere il cielo e le nuvole, il mare e le onde, gli alberi e la proiezione delle loro ombre e si sente che l’essenza delle cose è nelle cose stesse, così come sono.
Quando si disegna si fa esperienza che in natura non c’è niente di perfettamente uguale e che, ad esempio, ogni oggetto ha dignità di essere riprodotto. E “si vede in azione” la propria anima, perché anche nella copia maggiormente fedele all’originale, viene fuori qualcosa che è dentro di sé e se in due riproduciamo la stessa immagine, incontreremo noi stessi e la nostra diversità quando confronteremo i disegni. Questa, per me, è la bellezza, la ricchezza e il mistero della vita.
“Si sente” che Dio è Amore poiché amando-ci si partecipa di questo Amore. Anche l’amore è un mistero, nessuna parola può descriverlo pienamente. L’amore va interpretato e contiene in sé il germe della trasformazione. Si ama in tanti modi e si è amati in tanti modi diversi. Ci sono anche persone (i Santi e chi altro?) capaci di amare l’altro per quello che l’altro è, senza desiderare di cambiarlo o manipolarlo e siccome noi siamo in continuo cambiamento, questo amore è energia, movimento, vita.
E se ci sono uomini e donne capaci di riunirsi così a Dio, ci sono professioni/campi che permettono un “contatto” con l’Assoluto, oltre alla religione?
Così Nazzarena: “Personalmente credo che l'Assoluto (proprio perché è così denominato) sia sempre un 'campo' aperto. Con i 'dogmi' questo 'campo' sembra perdere il senso dell'infinito che vuole, invece, significare. Ho sempre sostenuto e sostengo ancora che essere 'religiosi' ha un significato un po' diverso dall'appartenenza stretta ad una religione e/o l'aderenza rituale di quest'ultima. La ritualità, eventualmente, favorisce il ri-collegamento che il termine 'religione' (da 're - ligere') in sintesi, significa. E allora c'è da chiedersi: 'Ri-collegamento con 'chi', con 'che cosa'? Con il nostro Sè superiore, con il divino, con il cielo dentro di noi, con Dio, con...l'Assoluto...la diversità del Nome si riferisce ad un unico Principio che si potrebbe anche chiamare Amore Universale e che, in termini astrologici, è rappresentato da Nettuno. E Nettuno non è altro che l'ottava superiore di Venere. Legato a Venere, inoltre, i valori non sono più al 'servizio' dell'Io, ma si 'dirigono' per loro propria natura, verso ideali più elevati. E questi ideali verranno 'espressi' in qualsiasi campo la persona andrà ad agire”.
“Si sente” che Dio è Unità anche passando attraverso la malattia. Questa “ci ammonisce” che abbiamo dimenticato qualcosa di noi. Così, ad esempio, se usiamo troppo la mente/ragione di contro il corpo/istinto si ribellerà… e una malattia sarà lì a ricordarcelo e a rammentarci la perduta unità. Finché rifiuterò una parte non potrò comprendere il tutto, nel momento in cui avrò compreso ciò che mi manca, accettandolo dentro di me, guarirò. La spiritualità, per me, è stata ed è guarigione e la guarigione passa per un sì incondizionato alla vita.
Anche per Roberta la spiritualità è “un mezzo per GUARIRE a tutti i livelli. Sento che, personalmente, ri-acquisto familiarità con il mondo spirituale ogni volta che mi SENTO, che non corro dietro a cose e/o persone, ogni volta che ho il coraggio di affidarmi alla Vita. Quando faccio questo, i segni appaiono ed io li vedo. Ecco, questa è la mia esperienza. La mia esperienza è anche il fatto che spesso sono troppo presa dalla corsa per... fare di più, trattenere di più, programmare... (un misto di ansia e paure) e ciò fa si che io DIMENTICHI il mio rapporto con la Vita, il mondo dello spirito...!”
Alla domanda “chi è un mistico, oggi, nella nostra società occidentale? E in oriente?” ecco la risposta di Nazzarena: “Nella concezione generica, il misticismo, pur restando quella sorta di idealità ‘purissima’ nei confronti della vita e quindi la possibilità dell’uomo di ‘congiungersi’ al divino, è passato anch’esso, nel corso dei secoli, attraverso processi evolutivi a seconda dei tempi e dei luoghi. Ciò che differenziava la Chiesa d’Oriente, ad esempio, da quella d’Occidente era, appunto, la forte tendenza ad una ‘passività contemplativa’ che caratterizzava, già a quei tempi, i popoli dell’est”.
E nel ricordarci come, diversamente, il misticismo occidentale sia legato ad una contemplazione attiva (ex: Ignazio di Loyola) ce ne spiega il perché: “Probabilmente per la diversità di ‘razza’, di cultura e quindi di storia in quanto esperienza specifica e collettiva. Ma non per questo l’occidente era o è carente di ‘senso mistico’. Certamente il misticismo vede il suo manifestarsi soprattutto attraverso esponenti religiosi (monaci, suore, ecc.) ma, come realtà spirituale, non è avulso dalla vita di ogni essere umano. Tant’è che il termine ‘religione’ non va inteso solo come una particolare forma di dogma e/o fede (anche se il dogma e la fede possono fungere da ‘ponte’ – in astrologia simboleggiato dal Sagittario), ma come ‘legare’, ‘collegare’, da qui l’approdo all’unione di Dio con l’anima (simbologia Pesci).
Così, ci offre un esempio di misticismo contemporaneo in “Dag Hammarskjold segretario delle Nazioni Unite, premio Nobel per la pace, scomparso nel 1961”, il quale fece della sua vita “un continuo riferimento ai mistici medievali: vivere una vita di servizio attivo verso la società, in completa armonia con se stessi, in una forma d’amore per cui la vita viene accettata senza riserve e non c’è più spazio per i sentimenti negativi che sono invece legati all’io”.
Ci ricorda, infine, che “Mistico - da mistikos significa ‘relativo ai misteri’. In senso generale si può pensare ad un atteggiamento di ‘raccoglimento’ in se stessi di esperienze interiori difficilmente esprimibili a parole; un atteggiamento che diventa ‘necessità’ man mano che cresce l’evoluzione interiore personale (il silenzio, il segreto…fanno parte di tante tradizioni misteriche e/o esoteriche). Forse la frase del Maestro Gesù di “non dare le perle ai porci” riassume un po’ il senso del misticismo”.



 
   
 
INFORMAZIONI SULL'ARTICOLO
 
Sintesi degli interventi fatti nel Forum riguardante la Spiritualità e l'Assoluto.
   
 
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Il lavoro di 'accorpamento' è a cura di Simona Cernicchi – novembre 2007 - (Nel Forum è Malaika)