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Considerazioni sui "luoghi sacri" ed "entità" presenti
a cura di Silvano Sarasso
   
 
Considerazioni sui "luoghi sacri" ed "entità" presenti

I luoghi, genesi e sviluppo:

Non vi è dubbio che, da sempre, certi determinati luoghi della terra siano riconosciuti carichi di una specie di "forza", magnetica o carica di energia di tipo meta-fisico, che li rendono del tutto particolari, cioè "diversi", separati in senso propriamente "sacrale"dal resto del territorio.
Ma occorre subito osservare che questi luoghi cosiddetti sacri (dal latino "sacer"), si differenziano, a seconda della loro origine, per la diversità derivante dall’essere dotati di 'sacralità spontanea’, cioè naturale per una sacralizzazione "a posteriori", avvenuta per opera degli uomini.
Per sacralità acquisita -è meglio che mi spieghi subito- intendo riferirmi, per esempio, alla avvenuta sepoltura in quel luogo particolare, di un personaggio "importante", dotato di carisma o forte ascendente, sia per il suo valore come condottiero di un popolo, sia per la sua saggezza, la sua personalità o addirittura per la sua "santità" riconosciuta nel reale o presunto rapporto con il sovra - mondo, o meglio con la Divinità.
Di conseguenza si tratterebbe, in questo caso, di un campo di energia "devozionale" che si è venuto a creare sia, diciamo "presenza", della sepoltura di un "venerabile", sia per il successivo e continuo apporto energizzante a livello metafisico dei pellegrini devoti che, tanto più numerosi, tanto più caricano il luogo della loro spiritualità.
Inoltre possiamo prendere in esame il caso in cui uno spazio poteva, per necessità, venire consacrato di volta in volta, magari per una breve durata come nel caso di un "tempio itinerante" per le antiche popolazioni nomadi.
Questa ‘separazione’ poteva avvenire tramite un rituale di ‘deambulazione’ da parte dei partecipanti intorno ad un ‘centro’, dove poi si svolgeva la cerimonia ed il rito vero e proprio da parte di un "officiante".
Con il termine “rito” si intende definire quella parte essenziale della cerimonia che, senza il rito sarebbe nulla, mentre va detto che, per contro, il rito sarebbe bastante di per se stesso, ma solo nel caso che i partecipanti siano ad un certo livello iniziatico.
Un altro tipo di "energia" è quello che permea un abitato, paese o città, dove si viene a formare una forza "eggregorica",(campo energetico non materiale, ma reale), dovuto alla coesione degli abitanti della località nei loro rapporti ed interessi.
Cioè il "genius loci" dei latini che, lo ammetto, poteva accadere anche per un innesto dell'apporto umano su di un preesistente campo energetico innato nella località in oggetto e, proprio per attrazione esercitata dallo stesso si è formata una comunità di uomini. Comunque sia questa "entità" proteggeva la comunità stessa, tanto è vero che, successivamente, verrà affidato questo compito a dei Santi cristiani che verranno nominati protettori del paese o comunque dell'abitato ed a loro verranno attribuiti "miracoli" vari.
I Latini ci credevano, tanto che vale la pena ricordare il famoso caso di "evocatio", invocazione pronunciata da Scipione Emiliano davanti a Cartagine, prima dell'attacco finale, e riportata da Macrobio nei Saturnali.
Egli invitò, gli Dei di Cartagine ad abbandonare la città per passare al servizio dell'esercito e di trasferirsi nella città di Roma dove avrebbero ricevuto ricca ospitalità.
Passiamo ora a considerare l’altro tipo di Sacralità, cioè quella innata, congenita in un luogo che, di per sé stesso, per la sua particolare natura è "emanante" una forza o vibrazione particolare, avvertibile quasi come una "tensione" nell'aria, che colpisce chi viene a trovarsi in quel posto.
Sovente si tratta di sorgenti, di massi di pietra sporgenti dal terreno circostante, di grandi e particolari alberi oppure di boschi, ed ancora di. grotte dove la presenza del magnetismo terrestre può essere meglio avvertita, specie se contengono anche una fonte di acqua, magari particolarmente "energizzata" per gli strati che attraversa.
Gli affioramenti rocciosi, che fuoriescono dal terreno con evidenti "radici" nel profondo
(vedi il colle di San Michel in Francia), si ritengono dotati della capacità di mettere in contatto le forze telluriche con quelle superiori, celesti.
Così probabilmente i "menhir" eretti dai popoli preistorici avevano appunto la funzione di essere vertici centralizzanti dell'uomo terrestre per un rapporto con la Divinità, qualunque fosse.
Non è certo da considerarsi strano ( come forse qualcuno pensa), che il corpo terrestre, la Terra, (come ogni altro corpo vivente, abbia su di sè delle "linee di forza", o correnti magnetiche affioranti in certi determinati luoghi anziché in un punto qualsiasi della sua superficie ( le linee dell'agopuntura e dello Zen?).
Anche il monaco-filosofo Tommaso Campanella ha scritto “….. stolta cosa è stimare che il mondo non senta perché non ha orecchie, ne che il vento non possa correre perché non ha gambe..).
Mi sembra di poter affermare inoltre che, nel folto di un bosco, quando si apra improvvisamente una piccola radura senza alberi, dove i raggi del Sole creano una luminosità particolare, qualsiasi individuo dotato di un minimo di sensibilità può avvertire la ‘magia’ dell'ambiente (anche se vuoi chiamarla diversamente, come suggestione o altro) e quella forza vitale che si genera ed il mormorio dei piccoli esseri, insetti ed altre creature.
Va poi considerato che la "sacralità" di un luogo, sorgente o che altro, essendo risultante da un magnetismo particolare e quindi non rilevabile con strumenti, veniva riscontrata al fine di poter essere a beneficio di tutta la comunità tramite la particolare e specifica ricettività di taluni soggetti umani. Molto spesso femminili, essendo questi soggetti maggiormente sensibili, specie in età puberale quando, come è risaputo, tale sensibilità è molto più forte, (vedi anche riferimento agli esperimenti di Cagliostro con soggetti giovanili concentrati su recipienti con acqua pura - e aggiungo, con la presenza dei genitori dei ragazzi, quindi le indegne calunnie diffuse su queste prove sono le solite sporche malignità degli avversari di ogni sperimentazione).
La possibilità di captare emanazioni di tipo "sottile" può essere accompagnata - e spesso lo è - a "visualizzazioni" in forme "apparenti" consone e legate alla cultura od alla fede del soggetto.
Cioè, in altre parole, la forza magnetica che emana da quel determinato luogo può apparire al soggetto con una figura "condizionata" dalla forma mentale ed al desiderio, inconscio magari, dell'individuo stesso.
Per cui, ad esempio, ad una pastorelle del 1700 sarà più facile veder apparire una Madonna anziché una forma pre - cristiana come poteva succedere in altre epoche (sappiamo che ogni forma, sia pur apparente, è il rivestimento di un pensiero, di una sensazione. Del resto il mondo stesso, il creato, non viene definito come "pensiero" della Divinità ?).
Non è forse vero poi che l’uomo ha “personificato” le "entità" di cui avvertiva il potere, al fine di poterle adorare - di avere una "immagine" alla quale fare offerte e rivolgere preghiere per riceverne benefici? Forse più spesso beni materiali che non spirituali!
Passando ad altro consideriamo il culto degli alberi, che era tributato in modo particolare alle querce e (anche ed in modo particolare dalle antiche popolazioni celtiche, druidiche).
Ma anche i boschetti di alloro, sacri ad Apollo, i lauri dai quali traggono origine anche i nomi delle località come Loreto, Aroli, Loretello Laurito, ecc. .
Per quanto riguarda le querce esse erano sacralizzate, in un certo senso, dalla presenza delle ninfe Amadriadi che erano, come dire, il loro corpo eterico.
In ogni caso va rilevato che ancora in tempi non lontani, veniva chiesto scusa alla pianta prima di abbatterla.
Tornando allo spazio sacro, nei tempi antichi, il "fanum" o, luogo sacro appunto, non era necessariamente, o non ancora, un edificio, un Tempio, ma era semplicemente un luogo, uno spazio che poteva essere cintato oppure no contrassegnato a volte con una pietra o altro, un palo, ecc.
Così va anche rilevato che era anche definito "fanum" il settore del cielo in cui veniva osservato di volta in volta il volo degli uccelli, al fine di trarne auspici.

La perdita della sacralità:

Consideriamo ora la differenza - in riferimento alla durata o permanenza della sacralità - tra un luogo sacro naturale ed uno sacralizzato dagli uomini.
Logicamente un luogo, manterrà la sua sacralità fino a quando le sue caratteristiche (le forze), che lo definiscono si mantengano "attive", per così dire.
Se invece vengono a cessare è chiaro che la sacralità svanisce, velocemente oppure più lentamente a seconda della valenza (cioè della quantità e qualità), della sua energia.
Di conseguenza può durare molto a lungo, od anche per sempre, se la sua fonte di energia è nel terreno, nella "costituzione" del luogo stesso.
Oppure, nell'altro caso, può durare anche a lungo, ma fino anche l'affluenza dei"fedeli" alimenta costantemente il "sacro" con il suo apporto di"energia" devozionale.
Insomma, la sacralità verrà a cessare, in quest'ultimo caso, semplicemente se il luogo veniva abbandonato.
In effetti mi sembra che non sia mai stata necessaria una "de - sacralizzazione" (una dissacrazione cerimoniale), mentre per contro una ri -consacrazione può rendersi necessaria qualora un fatto increscioso, deplorevole, contrario a "quella" sacralità, abbia a verificarsi.
Come nel caso di edifici sacri profanati che, appunto, devono essere riconsacrati per poter essere "adatti" allo svolgimento delle cerimonie rituali.




Presenza di “entità"

E veniamo ora a considerare le "entità" la cui presenza poteva essere avvertita - e forse lo è ancora oggi - sia pur molto più difficilmente a causa di una specie di "inquinamento" causato dal materialismo imperante, che va sempre più "oscurando" come una specie di nebbia la luminosità del sovra-sensibile (ed anche di ogni spiritualità - pur essendo cosa diversa).
Di conseguenza c'è chi è pronto a sostenere che si tratti solo di "favole".
Ma è possibile che "tutte" le apparizioni che si sono manifestate agli uomini siano state sempre e soltanto "fantasie"?
Le buone Fate, gli Gnomi operosi, i bellissimi Elfi, tutto il popolo dei boschi, della terra, dell'acqua e dell'aria sottile, conosciuta in ogni tradizione, sono sempre state basate sul "nulla"?
Soltanto e sempre allucinazioni?
Non possono avere alcun fondamento per gli scettici che invocano la "scienza", ma come si vuole misurare con strumenti "materiali" ciò che "materiale non è"?
Non voglio sostenere teorie strampalate con affermazioni categoriche, mi sembra però che non si possa escludere a priori l’esistenza di ciò che non si può neppure provare che non esista!
Anche le onde elettromagnetiche non si vedono, ma ci sono.
Sono misurabili con strumenti, e va bene, ma e la telepatia allora? Ed e casi, numerosi, di premonizione. Sono casi rari ed ingovernabili per la volontà dell'uomo, però non si possono neppure negare !
Come ho detto più sopra, ogni forma è il rivestimento di un pensiero. E questo nasce da dove? Anche da "sensazioni" che a loro volta vengono captate.
Ricevendo "qualcosa"- che può venire dal "di dentro" oppure da un "altrove" che non è nelle nostre possibilità controllare.
Aristotele diceva che nulla perviene alla ragione che non sia prima nei sensi! Ed i sensi, aggiungo io. sono come delle aperture “che consentono sia l'entrata che l'uscita delle sensazioni”, siano esse più o meno materiali o sottili.
Per "sesto senso" poi mi sembra ovvio che possa intendersi quella ulteriore sensibilità per lo sconvolgente, meraviglioso mondo dell’extra-sensoriale.
Forse un occasionale rapporto con queste "entità" del sovra - mondo, può essere facilitato dall'atteggiamento mentale del visitatore. Fede o desiderio di chi visita questi luoghi può forse esercitare una "attrazione", cioè facilitare uno scambio energetico, una "apertura" di comunicazione tra entità che, diciamo così, si trovino sulla stessa "lunghezza d'onda".
Perché questi "enti" che cosa sono?
La definizione di "ente" è: "Colui che è, che esiste". (Tutto sommato anche un'idea è, quindi esiste). Ma per "entità" si intende anche là quantità, il "valore", la misura in cui si avverte qualcosa.
Ed infatti possono essere diverse le forze emesse dai luoghi di cui parliamo. Possono essere molto forti, intense, oppure deboli a seconda “dell’arricchimento” avvenuto attraverso i secoli od il loro decadimento avvenuto magari per modifiche eseguite senza tener conto di altro che dell'estetica oppure dell'utilizzo "profano" del luogo.
La eccezionale sacralità di un luogo come Gerusalemme, .dovuta ad un forte ed antico apporto di religiosità, innestato su di una sacralità preesistente (che è ragionevole supporre, storicamente), si differenzia certamente, per esempio, da quella che rimane nella “cripta”.di un'antica basilica cristiana dove sia stato sostituito il pavimento e le pareti siano state intonacate e ciò che era, quindi impregnato di spiritualità, si trova ora ad essere sepolto, isolato da strati di "materia non spiritualizzata", ma profana nel senso più vero del termine.
Mi sembra chiaro che in quest'ultimo caso sarà molto difficile avvertire alcunché di sacrale trasmesso nel tempo.
Mentre invece nella natura si conservano "integre" queste caratteristiche? Probabilmente anche in questo caso vi possono essere diverse possibilità, a seconda della "integrità" dei luoghi, sempre meno rispettati.
Già Virgilio nelle Georgiche scriveva".. felici coloro che hanno conosciuto le divinità campestri ed il vecchio Silvano e le ninfe .." Forse un decadimento era già in corso.

Conclusione

Gli "antichi", alzando gli occhi ad un cielo denso di stelle come doveva essere allora, adoravano non le stelle in se stesse, ma adoravano le "forze" che le muovono.
Vedevano in queste forze celesti il manifestarsi della Divinità e quindi riconoscevano l'esistenza di poteri superiori a loro stessi, agli uomini.
Similmente riconoscevano forze di minore entità e manifestazioni diverse presenti sulla terra. Dai dispettosi Ginn del deserto arabo ai maestosi e terrificanti Troll dei paesi nordici, alle entità spirituali dei luoghi sacri dell'antica Grecia, tutto il mondo delle forze non-visibili sopravvive ancora in qualche modo e nonostante tutto, al materialismo (massificante anche nel pensiero degli uomini), e se pur queste manifestazioni oggi non sono facili da percepire, pur tuttavia è difficile "negare che esistano.
Goethe e Jung ed altri personaggi degni di fede testimoniano su casi loro capitati di fenomeni extra-sensoriali e mi sembra ovvio che siano "possibili" in quanto anche loro fanno parte di questa dimensione che rientra tutta nella "manifestazione" della Divinità.
Riconoscendo che tutto è in Uno non si può incorrere nell’errore di negarne una parte. Questo varrebbe forse significare la negazione di Dio stesso!
 
   
 
INFORMAZIONI SULL'ARTICOLO
 
Conferenza del 21 Dicembre 2005 tenuta da Silvano Sarasso a S.Maria Nuova (An): “Luoghi Sacri ed Energie”
   
 
INFOMAZIONI SULL'AUTORE
 
Curriculum:
Silvano Sarasso è nato a Milano il 24/01/1930. Risiede ormai da anni nei dintorni di Jesi (Ancona), ritenendo questa zona tra i “luoghi più vivibili e belli” visitati nei suoi innumerevoli viaggi. Studia e ricerca la storia e le origini della Grande Tradizione Iniziatica. Ha scritto articoli su diverse riviste.