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  RELAZIONE TERAPEUTICA
discussione inserita da malaika
 

Per via della mia esperienza familiare e per via della conoscenza della depressione e dell'anoressia credo che non possa esistere relazione terapeutica se la persona che chiede aiuto non è disposta ad aiutare se stessa.
Insomma io non credo "all'io ti salverò" nè a chi vuole cambiare gli altri e così salvare il mondo.
Io credo che ognuno di noi possa cambiare e salvare solo se stesso.
In questo senso molte professioni e molte tipologie di volontariato soprattutto quelle a grandi scale, per me, hanno dei forti limiti e non vorrei che dietro "all'io ti salverò" si nasconda ben altro...
Mentre invece penso che si possa aiutare portando il proprio esempio o insegnando.
Mi piacerebbe mi deste il vostro punto di vista su ciò.
Grazie, Malaika

 RISPOSTE A QUESTA DISCUSSIONE 6
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A CURA DI
 - inserita il 21/09/2007 23:22:23

- Cara Malaika,

ti riporto una frase ripresa dal mio articolo sulla consulenza che riassume un po' la perplessità da te espressa:

“Nessuno può convincere un altro a cambiare. Ciascuno di noi è custode di un cancello che può essere aperto soltanto dall’interno.
Noi non possiamo aprire il cancello di un altro,né con la ragione né con il sentimento.” (Marylin Ferguson)

Quello che scrivi è vero e credo fermamente che la 'vera' guarigione avvenga solo quando c'è una forte volontà dell'interessato/a di venirne fuori. E' da tenere presente, però, che spesso è la 'volontà' di risolvere il disagio che si accompagna alla richiesta di aiuto...altrimenti ci sarà un "io non ho bisogno di niente". Però, altrettanto spesso, queste richieste non sono palesate verbalmente, nel senso che non sempre la persona si rivolge a chi di competenza e dice - ad esempio -: "Ho bisogno di una mano perchè sto vivendo un grande disagio e da solo/a non ce la faccio".
C'è da chiedersi fino a che punto non si debba intervenire per non cadere "nell'io ti salvero" anche al di là di una relazione terapeutica. In realtà esistono 'richieste' di aiuto,dimostrazioni di disagio molto più sottili che assomigliano più a 'messaggi', a delle 'tracce', a degli 'indizi'che vanno quindi colti e non sottovalutati. E' chiaro anche che chi si dedica agli altri molto spesso deve fare i conti con personali problemi irrisolti, con forme di potere mascherate da compassione...ma è anche vero che non bisogna fare di tutta l'erba un fascio.A mio parere,nel nostro occidente sta prendendo campo una sorta di visione fatalista orientaleggiante in cui 'tutto accade' e nessuno interviene. La nostra cultura ha radici latine e quindi 'pratiche'ed è forse per questo che ha 'partorito'(anche in campo religioso)persone capaci di rimboccarsi le maniche al solo scopo di 'sostenere', di 'portare sollievo', di lottare per i bisognosi e non sempre per secondi fini (forse per la conquista del paradiso).Possono esistere persone che semplicemente seguono i propri valori e i propri ideali tali da fungere da esempio così come possono esistere insegnanti che fungono da modelli deleteri. Insomma c'è tanta gente che nella sua semplicità non si chiede se è il caso o meno di aiutare, lo fa e basta. E' questo il mio punto di vista e cioè di fare attenzione a non generalizzare. L'astrologia psicologica ci fa vedere il problema a 360°, ma, come sempre, esiste sia la luce e sia la zona d'ombra...ma non per questo si può 'buttare' tutto.

Un caro saluto.



Nazzarena
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 - inserita il 23/09/2007 11:22:33

- Carissima Nazzarena,
grazie per la tua risposta.
Si nessuno può convincere un altro a cambiare ma se una persona ha deciso di aprire il proprio cancello è proprio quello il momento in cui cercherà aiuto - a me è successo così - ed è bene che ci siano persone preparate, serie ed empatiche pronte ad accoglierla.
Dall'altra parte, però, è necessario che ci sia qualcuno che sia capace di intervenire ma anche che sia consapevole della parte ombra e forse queste saranno le persone che più semplicemente e naturalmente sapranno aiutare.
Un abbraccio, Malaika


malaika
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 - inserita il 24/09/2007 12:32:10

- Cara Malaika,
il pensiero che hai espresso con la frase "io ti salverò" è molto vero e profondo ed esprime molto bene quella che può essere la dimensione della tua sensibilità. Ognuno, su questa terra, ha comunque dentro di sé i mezzi per farcela da solo. Ciascuno di noi ha un cammino da percorrere, individuale e unico, come le nostre impronte digitali. Un intervento esterno del tipo "io ti salverò" non va bene, perchè, oltre ad essere arrogante, interferisce con il cammino che ciascuno di noi deve compiere da solo... "io cercherò con tutte le le mie forze di aiutare te nell'aiutarti da solo" - questa è la frase che devi sentirti dire!
Chi ha la forza di chiedere aiuto è perchè ha raggiunto la consapevolezza di essersi perso nei boschi. Se allora incontra qualcun'altro che si è perduto come lui, gli sarà di conforto sentirlo dire: "Mi sono perso anch'io; vediamo se riusciamo a venirne fuori insieme...". E' anche di conforto incontrare qualcuno che dica: "Mi ero perduto anch'io, ma ho chiesto aiuto e sono stato aiutato a ritrovare la strada. Vieni, prendimi per la mano e proverò ad indicarti la via che tu, solo se vorrai, potrai percorrere...".
Bisogna innanzitutto, con la preghiera e la meditazione, cercare di migliorare il nostro contatto cosciente con Dio, così come possiamo concepirlo in termini di Potere Superiore, chiedendogli solo di farci conoscere la Sua volontà e darci la forza per eseguirla.
Ti invito a recitare la seguente preghiera, augurandoti che possa darti la serenità che ha dato a me:
"Signore, dammi la Serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il Coraggio di cambiare le cose che posso e la Saggezza di comprenderne la differenza".
Riflettendo su ogni pensiero della Preghiera della Serenità, possiamo aiutarci a vedere le situazioni con maggiore chiarezza.
Un abbraccio


Massimo
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 - inserita il 24/09/2007 16:17:10

- Caro Massimo,
grazie per quello che mi hai donato in questo e nel post sui "valori".

Sono sempre stata molto affascinata dal continente africano e credo che quello che è successo e sta succedendo in Africa sia emblematico in molti casi dell'io ti salverò...
Dal piccolo al grande la storia si ripete...

Vi lascio queste parole scritte da uno scrittore americano-nigeriano che vive tra Lagos e gli Usa in un articolo intitolato: "Caro Occidente smetti
di salvare l'Africa" di UZODINMA IWEALA
(se via va di leggerlo potete trovare l'intero articolo al link: http://www.repubblica.it/2007/07/sezioni/esteri/africa-iweala/africa-iweala/africa-iweala.html).

Lui scrive:
"Non c'è un solo africano che come me non apprezzi gli aiuti provenienti dal resto del mondo.
Ma ci chiediamo fino a che punto quest'aiuto sia genuino, o se non venga dato nello spirito dell'affermazione di una superiorità culturale.
Mi sento avvilito quando prendo parte a manifestazioni di solidarietà ove il conduttore recita l'intera litania dei disastri africani, prima di presentare qualche personaggio, per lo più bianco e facoltoso, che elenca le sue iniziative in favore dei poveri africani affamati.
Vorrei sparire ogni volta che sento uno studente benintenzionato descrivere le danze dei villaggi come segno di gratitudine delle popolazioni per i soccorsi ricevuti.
O quando un regista di Hollywood gira l'ennesimo film sull'Africa con un occidentale nel ruolo di protagonista - mentre noi africani, che pure siamo esseri umani in carne ed ossa, veniamo usati al servizio delle fantasie proiettate dall'Occidente su se stesso.
Queste descrizioni, oltre a passare sotto silenzio il ruolo preminente del mondo occidentale in molte delle situazioni più disastrose del continente, ignorano il lavoro incredibile che gli africani hanno compiuto e continuano a compiere per risolvere i loro problemi".

Un abbraccio,
Malaika




malaika
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 - inserita il 25/09/2007 11:09:26

- «L'esperienza del deserto, una solitudine così prolungata, i lunghi silenzi. Il deserto è lo specchio della tua anima. Nel deserto non puoi mentire. Sei solo con te stesso, con i tuoi sogni, i tuoi fallimenti, i dolori, i ricordi. Ciò che hai vinto e ciò che hai perso. Ciò che avresti voluto e ciò che hai. Nel deserto non ci sono maschere... Il deserto insegna l'umiltà; e ti insegna ad essere forte, perché sei solo. E questa solitudine ti dà la libertà più vera, che si ha solo quando si è soli.
Ti insegna a guardare avanti, con tutta la consapevolezza del passato».
L'Africa è la terra del deserto ed è ancora in gran parte terra di conquista, di colonialisti razzisti e approfittatori,
anche se il look e il modo di fare sono diversi da un tempo... Tutto è stato livellato, omologato.
E solo in senso negativo».
Si può continuare a sognare di aiutare i dimenticati del Terzo Mondo, perché un giorno possano decidere del proprio destino e non subire la prepotenza, la violenza , la sopraffazione delle minoranze che detengono il potere. «Un sogno ostinato» che vale pur sempre la pena di fare. Per sé stessi e per gli altri.

Se non l'hai già fatto, ti consiglio di leggere:

Il Sogno Ostinato
di Silvia Montevecchi
Lettere dall'Africa
Due anni in Africa raccontati per lettera.
Vita quotidiana, sorprese e fatica di una cooperante.
Un libro ricco di riflessioni e di passione, provocatorio e mai scontato.

isbn: 8886632843
194 pagine
marzo 2001

Un abbraccio


Massimo
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 - inserita il 25/09/2007 11:19:40

- ah, dimenticavo la casa editrice:
"Terre di Mezzo"

ancora ciao e ... buona lettura.


Massimo
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