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L'ARDUO RITORNO DELL'EROE DI CORRADO AGUCCINI del 02/08/2011
 

"I due mondi, quello divino e quello umano, si possono concepire soltanto come due cose distinte, diverse fra loro come la vita e la morte, il giorno e la notte. L’Eroe – che tutti noi siamo in potenza – abbandona il mondo conosciuto e si avventura nelle tenebre; qui porta a termine la sua impresa, oppure viene trattenuto prigioniero; ed il suo ritorno viene descritto come il ritorno da quella zona remota della coscienza. Tuttavia i due regni sono effettivamente uno solo. Il regno degli déi è una dimensione dimenticata del mondo a noi noto. E la vera avventura dell’Eroe è costituita dall’esplorazione di quella dimensione. I valori e le distinzioni che nella vita normale sembrano tanto importanti,scompaiono con il terribile assimilarsi dell’Io a ciò che fino ad allora era soltanto oggettivo. Rimane sempre, tuttavia, dal punto di vista della normale coscienza, una sconcertante incompatibilità fra la saggezza riportata dagli inferi e la prudenza abitualmente efficace nel mondo della luce. Di qui la separazione dell’opportunismo dalla virtù e la conseguente degenerazione dell’esistenza umana. Il martirio è per i santi, ma la gente comune ha le proprie leggi che non possono essere lasciate crescere come i gigli nei campi; Pietro continua a sguainare la spada, come nell’Orto dei Getsemani, per difendere il creatore e sostenitore dell’universo. Il dono portato dall’Eroe dalle trascendenti profondità viene rapidamente razionalizzato in nullità ed aumenta il bisogno di un nuovo Eroe che renda ahimé più forte il mondo. Ma come si può insegnare di nuovo ciò che è stato correttamente insegnato ed erroneamente interpretato migliaia e migliaia di volte attraverso i millenni della prudente follia umana? Questo è il difficile compito finale dell’Eroe. Come tradurre però in parole umane la sfida delle tenebre? Come rappresentare su una superficie bidimensionale una forma a tre dimensioni,o esprimere con una immagine a tre dimensioni un significato multidimensionale ? Come tradurre in un “si” o in un “no” rivelazioni che rendono vano qualsiasi tentativo di definire le coppie dei contrari? Come parlare del vuoto assoluto a della gente che insiste sull’evidenza esclusiva dei propri sensi ? Molte sconfitte provano la difficoltà di questo ritorno nel mondo da parte dell’Eroe. Un problema dell’Eroe che ritorna è quello di accettare come reali le precarie gioie, i dolori, le banalità e le oscenità della vita, dopo aver conosciuto la perfetta beatitudine che appaga l’anima. Perché mai ritornare in un mondo simile ? Perché mai tentare di rendere plausibile o anche soltanto interessante questa esperienza di felicità suprema che è l’illuminazione, il risveglio e la santità, agli occhi di uomini e donne consumati dalle loro passioni? Come i sogni – che durante la notte sembravano così importanti – alla luce del giorno si rivelano sciocchi,così l’Eroe si sente uno sciocco davanti agli uomini indifferenti. Arduo è il viaggio di ritorno dell’Eroe in questa non-dimensione in cui gli uomini,pur essendo delle semplici frazioni, si credono completi. Arduo è il viaggio di ritorno di questo Eroe, se deve ancora presentare al mondo sognante il suo elisir che disgrega l’io e redime la vita, e se deve affrontare gli interrogativi dettati dalla ragione,i cupi risentimenti, e le brave persone che non riescono a comprenderlo."


---------------------------------------------- Tratto ed elaborato da “L’Eroe dai Mille Volti”, di Jospeh Campbell

 

 
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