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DEDICATA A TUTTI GLI AMICI DEL SAGITTARIO del 04/12/2013
 


 

“Chiese Nicodemo a Gesù: «Come può nascere un uomo quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?». Rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è spirito. Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall'alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito». (Gv 3,8)
Dopo la ‘buia notte dell’anima’ (Scorpione) – di cui parlano molti mistici e che Dante chiama ‘selva oscura’ - ecco apparire di nuovo un ‘bagliore’...quello del Sagittario. Di nuovo il Fuoco, il terzo e sopra l’orizzonte zodiacale, ma è quello dello Spirito che brucia anch’esso,che scalda e illumina, ma più per degli ideali che non per l’impulso dei sensi. Il circostante, ovvero il ristretto territorio gemellino e mercuriale (opposto al Sagittario e quindi a Giove), non basta più: il Sagittario vuole esplorare ciò che è ‘al di là’ del visibile sia in senso psicologico, filosofico che geografico.
La crisalide dormiente, si è ormai trasformata in ‘farfalla’ ed è qui che, superata la ‘prova’ scorpionica, avviene un’altra nascita ossia quella spirituale.
Sagittario è: l’essenza stessa dell’uomo e della sua potenzialità psichica, che lo avvicina a Dio attraverso il potere dell’immaginazione e della progettazione di cose ben al di là di ciò che ha e di ciò che è. In questo segno esiste una continua ricerca di spiritualità che gli consenta di trascendere il senso di mortalità della vita. In pratica il ‘dramma’ del Sagittario è tutto racchiuso nel tema corpo/spirito e nella sua sublimazione. Infatti è un segno molto inquieto anche per via di una a mente estremamente dilatata, piena di intuizioni e di voglia di conoscere, limitata però da una realtà ordinaria e materiale nonché da un corpo fisico che viene sentito come un qualcosa che imprigiona e che tiene ancorati ad una struttura.
Questo simbolismo è molto ben rappresentato dal mito dei centauri, creature metà cavallo e metà uomo, che vengono raffigurate nell’atto di scoccare una freccia verso l’alto, ovvero verso un punto in cui non vi sono bersagli reali.
Dobbiamo tener conto che anche in questo segno esiste un iter di crescita come per tutti gli altri per cui potremmo trovare un Sagittario che usa molto di più la parte ‘cavallo’ e che quindi scorazza di qua e di là facendosi trascinare dal disordine e dalle passioni; oppure che non ha ‘allargato’ la sua mentalità chiudendosi in un circolo vizioso fatto di estremo fanatismo (politico, religioso ex:guerre sante). Dunque l’intolleranza e la presunzione prevale sul buon senso. Esiste quindi una forte energia ‘battagliera’ rappresentata dall’arciere e dalla freccia: l’importante è capire dove vuole dirigerla.
Quando, invece, prevale l’apertura verso nuovi orizzonti e/o verso una conoscenza superiore, l’ottimismo, la generosità, la magnanimità e la fiducia sono segni inconfondibili delle qualità più nobili di questo segno. A questo stadio è fondamentale l’elaborazione, la sintesi e la spiegazione in quanto la conoscenza esoterica (scorpione) dovrà essere unita a quella essoterica per poter trasmettere concetti chiari ed elevare le coscienze altrui. E’ importante, in questa fase, non perdere MAI la curiosità verso il nuovo e fare del DUBBIO una energia propulsiva e non statica. La Verità va ricercata in maniera completa e non ‘mascherata’ da pregiudizi e campanilismi; occorre una sapienza capace di ’integrare’ tutte le diversità affinché ci sia una vera capacità di leggere il ‘simbolo’ (così caro a Giove – lobo destro del cervello), le metafore e i messaggi dell’inconscio.
A nessuno come ad un Sagittario si adatta il termine “gioviale”. Il padre di tutti gli Dei viene generalmente descritto come pacioso, generoso, ma anche capace di infuriarsi e di gettare i suoi fulmini sterminatori. Quasi mai vediamo Giove crudele e aggressivo: i suoi fulmini e tuoni semmai esprimono sempre la giusta collera di un dio.

(Nazzarena M.)


 

 
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