Per ricevere informazioni inserisci il tuo indirizzo Email
 
       

 

 
FEBBRAIO: "FEBRUARIUS" O DELLA PURIFICAZIONE del 03/02/2014
 
"Anticamente, nella Roma arcaica, febbraio segnava un momento di passaggio dal vecchio al nuovo anno. E come tutti i periodi di passaggio, tutto viene "rimescolato" ed emerge una sorta di caos. Per questo, i Saturnali erano seguiti da una serie di riti purificatori. Il signore dell'inverno, Saturno, lasciava spazio alla primavera- Giunone e quindi al rinnovamento. Già dalla seconda parte di febbraio la fertilità dei campi e degli animali veniva propiziata tramite le "Feriae sementinae", aventi inoltre carattere purificatorio. "Februare" in latino, significa infatti purificare, espiare. Per purificare la città, venivano celebrati i riti funebri agli dei Mani, come prescritto da Numa. Del mese in cui ora regna la goliardia e il sollazzo, Ovidio scriveva:"Si onorano anche le tombe: si placano le ombre degli avi e si portano piccoli doni sui sepolcri. Poco chiedono i Mani: gradiscono la pietà come un ricco dono, lo Stige profondo non ha numi ingordi. Basta coprire la lastra con corone offerte; basta spargere grano con un poco di sale e pane che si inzuppi nel vino misto a viole contenuto in un coccio abbandonto per strada. Non vieto doni maggiori; ma bastano quelli per i morti: s'offrono, oltre il sepolcro, preci e accenti di rito".Se vi fermate un attimo a pensare, il carnevale ha una funzione esorcistica. Arlecchino, è l'Hellequin privato della sua brutalità. Ciò che incute terrore viene ridicolizzato e allontanato con schiamazzi, campanacci etc.Il "corteo dei morti" viene allontantato da un'esplosione di vita. New Orleans esprime al meglio questo concetto. Ma anche il carnevale di Venezia, nasconde molti segreti. La tipica maschera bianca della "bautta", viene detta larva, e ora ve ne spiego il motivo.
La larva o arua, per i Romani, era uno spettro con le sembianze di uno scheletro, un'anima malvagia, alla quale dopo la morte, a differenza dagli spiriti giusti che si appellavno ai Lari, era negata la pace, e aveva il gravoso compito di vagare nel mondo. Le larve erano anche gli Spiriti che morivano di morte violenta e non ottenevano l'onore del sepolcro. Altri credono che la parola larva derivi da laah, (esser travagliato) o ruahh (anima tormentata).
Anche il "tabarro", il mantello che si abbina alla larva, è di colore nero, quello delle ombre, della notte, della morte e se vogliamo, dell'illecito. Il cappello della bautta è il "tricorno"...e le corna anticamente erano un attributo dei demoni.
La stessa etimologia della parola "bautta", riporta a "bau" o "babau", l'uomo nero che spaventa i bambini veneti che non fanno i bravi...e io lo so bene, perchè da piccina ero una vera peste, quindi l'unico modo per tranquillizzarmi era evocare...proprio il "babau": "varda che desso, ciamo el babau chel te porta via e el te magna".
Questo travestimento, inizialmente era gradito in società, ma più tardi fu abolito a causa dei numerosi appuntamenti notturni "peccaminosi" e per favorire un riconoscimento più immediato delle persone.
In questi giorni, dedicati ai morti e alla purificazione si inserivano anche i Lupercali, la cerimonia con cui si toccava la fronte dei giovani mediante una lama, a ricordare il pericolo di morte corso da Romolo e Remo, salvati dal latte della lupa. I Lupercali, in realtà dovevano risalire ad un'epoca precedente,quando regnava su quei boschi il dio Fauno, simboleggiato dall'Hircus, il caprone.
Nei Lupercali appare anche la figura di Giunone o Iunio Februata (purificata), che veniva commemorata anche alle calende di febbraio col nome di Iunio Sospita (salvatrice), quando si ricordava la dedicazione del suo tempio sul Palatino. Giunone era la divinità posta a protezione del matrimonio e del parto, spesso rappresentata nell’atto di allattare. I romani la sostituirono ad Era, divenendo la moglie di Giove, quindi la più importante divinità femminile. Figlia, come Giove, di Saturno e Opi.
Forse proprio per allontanare lo spettro del paganesimo, il 2 febbraio divenne successivamente la Purificazione della Beata Vergine, mettendo in ombra la presentazione del Figlio al Padre sulle braccia di Maria.
La presentazione del primogenito al tempio e la purificazione della madre dovevano avvenire, secondo la prescrizione ebraica, il quarantesimo giorno dalla nascita: quindi il 2 febbraio nel calendario cristiano, perchè il natale era stato fissato al 25 dicembre.
Questa festa è detta anche Candelora perchè vi si benedicono e distribuiscono ai fedeli candele, alle quali la cultura popolare attribuisce virtù protettive.
Simbologicamente, il cero rappresenta il Cristo stesso, la luce del mondo che illumina la strada verso il cielo e comunica la vita nuova nel battesimo."

Da Lux - Citazioni e informazioni : Calendario di Alfredo Cattabiani

 

 
Per informazioni vi preghiamo di Contattare
info@ilrisvegliocentrostudi.com

 

Torna indietro