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  DISCORSI IN LIBERTÀ..TEMA DI NASCITA
discussione inserita da Arcangelo
 

Salve a tutti, ciao Nazzarena.
Sto scrivendo ad un'ora indecente, per cui scusate se il testo seguente è un pò confuso. Ho pensato di dare qualche spunto mettendo qui il mio tema; tuttavia volevo usare un approccio un pò diverso. Gradirei anche che il mio tema fosse discusso proprio in libertà, seguendo il corso delle intuizioni, senza obblighi, io stesso non li porrò, per chi vuole, interviene come vuole.
Non vorrei come introduzione aver stoppato eventuali iniziative; proverei tuttavia anch'io stesso a vederlo sotto un linguaggio, oltre che astrologico, uno VIVENTE, proprio come è l'altra persona dall'altra parte.
Un esercizio anche per noi, ma arrivare fino ai nodi importanti della persona.
Mi interrogavo fino a poco fa, sulla precisione dell'astrologia e sulle sue capacità. Certo, è potente e utile, molto bella, un linguaggio intelligentissimo e antico, ma..fino a dove può arrivare?
una domanda legittima ma un pò preoccupante, perchè davvero c'è l'intenzione nel voler scoprire a pieno le sue potenzialità. IO dalla mia parte ci metto il tema, e anche il mio mettermi in gioco. Forse come non ho mai fatto.

I miei dati, 29-05-1983 21:58, Bologna

 RISPOSTE A QUESTA DISCUSSIONE 136
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A CURA DI
 - inserita il 17/07/2008 22:03:16

- Noi non siamo fatti solo di razionalità, di astrazione, di una mente che cerca in tutto la perfezione, che si fa domande alle quali richiede una e una sola risposta.
Noi siamo anche esseri irrazionali, pieni di sentimenti ed emozioni. Sperimentiamo, agiamo senza farci tante domande, ci svegliamo una mattina e ci diciamo "ho sbagliato", mentiamo, cadiamo, ci rialziamo. Siamo pieni di contrasti e per questo VIVI.


"La verità profonda è sempre contraddittoria" - Aldo Carotenuto








Simona
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 - inserita il 17/07/2008 22:37:52

- Caro Arcangelo,

ti trovo impegnato in un vivo scambio di idee con Nazzarena e giustamente. Aggiungo poche righe tentando di esporre alcune considerazioni da qui, dal mio piccolo osservatorio in fase di sperimentazione. Per una mia personale inclinazione d’approccio al forum, starti dietro del tutto è praticamente impossibile. Nel senso... la tua mente si esprime (e in maniera naturalmente spontanea) con notevole destrezza, davvero capace di spaziare tra numerosi argomenti. Complimenti! Vorrei perciò iniziare dal tuo accenno alla Meditazione, una questione che seguo personalmente ormai da diverso tempo. E parto dall’essere in sintonia con quanto hai esposto: noi Occidentali siamo capaci di movimento persino in queste condizioni. La 'Meditazione' infatti, è in tal senso, il luogo e il tempo in cui l’inarrestabile fluire dei pensieri si quieta, si tranquillizza, interrompe la sua costante e ribollente attività. Ma da dove proviene il gran vociferare di immagini, suoni, parole, che abbiamo in testa? Nient’altro che dalla nostra capacità di dare primaria importanza a tutto ciò che si trova, nel qui ed ora, 'visibilmente davanti' e quindi all’esterno e quindi... per certi versi, che non ci riguarda affatto. Mi spiego. E in questo gli Orientali la sanno lunga, perché, contrariamente, sono ben allenati a guardare 'dentro' per vedere 'ad occhi chiusi'. Come fanno? Cercando di mettersi in collegamento anzitutto con il proprio sentire intimo, al fine di poter dialogare, ascoltare, interagire, nel tentativo di comprendere il vissuto dall'interno. Intendiamoci, non è una condizione di introversione, piuttosto è un abbassare leggermente lo sguardo, per poi risollevarlo in maniera più aperta e fiduciosa. Ecco perché a confronto con gli Occidentali, spesso amichevolmente se la ridono, perché conoscono il punto debole, l’atteggiamento mentale di chi è costantemente proteso all’esterno. Perciò, tornando a noi, è meditazione tutto quello che coinvolge fisico e psichico in un dato momento e provoca una sensazione come di 'sospensione'. Ecco allora che una volta attenuato l'inarrestabile lavorio della mente, ci ritroviamo ad assaporare invece l’interminabile istante in cui si percepisce il respiro, la vitalità dell'esistenza. Ora, certo, non sto parlando di uno stato di coscienza alterato, tutt'altro, di una dimensione profondamente presente e dunque lucidamente attiva e cosciente. Personalmente credo si possa considerare atteggiamento meditativo anche il semplice gesto di svolgere le regolari mansioni quotidiane: dipende dal tipo di coinvolgimento, di attenzione, di concentrazione. Di sicuro, nei casi in cui vi è un eccesso energetico accumulato o stagnante è anzitutto necessario uno 'sblocco' se vuoi proprio uno 'sfogo' in una parola una 'liberazione'. Questa è la fase più grossolanamente catartica, ed è fondamentale, perché crea la via di accesso a stati psico-fisici altamente raffinati, sottili e soprattutto che si protraggono a lungo. Ma allora chi arriva per primo, la psiche o il corpo? Entrambi, nel medesimo momento, un tutto-uno coordinato e ciclicamente costante, senza interruzioni. Certo inizialmente vi può essere una condizione di alternanza che poi a mano a mano, affinando la pratica, si allinea sempre più con l'effetto di cui sopra, che è poi quello ottimale. Velocità o lentezza? Anche qui, stabilire una regola sarebbe superfluo, perché la velocità si raggiunge in virtù della lentezza e perché questa a sua volta sia mantenuta, nella velocità. Certo è che un corpo animato molto lentamente o addirittura statico, implica l’abilità di utilizzare e dosare la propria energia in modo tale da poterne usufruire all’infinito, in una sorta di ricircolo costante e scorrevole: questo è uno dei principi base adottati dalle discipline orientali, arti marziali comprese. Concludo per il momento. Il discorso è certo da approfondire, intanto ti auguro una buona serata.


Alessia
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 - inserita il 17/07/2008 22:55:34

- Cara Simona,

da sempre credo nella potenzialità fortemente costruttiva del contrasto. Grazie per le tue preziose citazioni: le definirei piuttosto impronte di colore su spazi bianchi a dipingere il sentimento.

Un abbraccio.


Alessia x Simona
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 - inserita il 18/07/2008 02:09:05

- Cara Alessia,

secondo me è proprio come tu affermi: l'abitudine a trovarsi sempre davanti qualcosa di nuovo, manipolare un oggetto, trovarne le formule, studiare la natura per trarne beneficio immediato, razionalizzare l'esterno in una dimensione di coscienza che tenga sempre meno conto della diretta percezione dal corpo, ha fatto sì che il popolo occidentale si distaccasse sempre di più da quella che viene considerata la magica naturalezza spontanea dell'essere, e che sia sempre più frammentato nel rapporto tra mente e corpo, scissione avvenuta già secoli fitti fa da Aristotele.
Ma l'Oriente non aveva filosofi di questo tipo ed è maturato e si è sviluppato con tecniche molto più avvolgenti e per niente sezionanti: di sicuro è stata una figura più femminile, comprendente, avviluppante, unica, nuova: in netto contrasto con la determinante e puntualizzante, nervosa, tesa al comando delle forze, energia più "maschile" (prese a prestito le differenziazioni generali).
E questo si denota in modo alquanto evidente nella meditazione, che è un grandioso metodo che tende all'unità, che guarda caso è stato sviluppato nell'Oriente; uno dei suoi più grandi metodi è quello di fermare la mente, e poter godere del momento presente dove si è e come si è, senza alcuna barriera all'interno di sè stessi, e godendo in pieno tutto il nostro essere, nell'ebbrezza della vita e al contempo nella profonda calma interiore che ci riserviamo.
E' anche un modo per "vedersi" veramente, per sentirsi, per poter apprezzarsi senza "maschere" ma poter esprimere la parte dell'anima: nel mondo occidentale di tutti i giorni si fa sol spazio, a gioco di tutto il resto, la personalità e i vari specchi che servono, trincerati dietro ad una coltre fittissima di difese, trabocchetti e tagliole che impiegano molta più energia e al contempo più stress nel dover "controllare tutto" questo arcano e sofisticatissimo sistema d'insieme.
Con la meditazione interiore ci si disidentifica progressivamente e si acquista la cosiddetta "Certezza di sè" mano a mano che si prosegue verso il proprio interno: si sente che si vive, cosa che può apparire dubbiosa o sfocata nel tipico modo di vivere occidentale, dove i valori sono tutti all'esterno, e spesso tutti da raggiungere, quasi mai con successo.
Il discorso dell'unione mente corpo e quello della liberazione dell'energia trova riscontro anche in varie forme di esercizio, sviluppato anche da Occidentali (ma con corpose aggiunte dalle tecniche Orientali, per cui si fa sì che la Bioenergetica di Lowen appaia veramente cosimigliante in alcuni esercizi allo yoga tipico indiano) i quali però devono ancora giungere al concetto vero di rilassamento.
Tuttavia, la nostra configurazione, il nostro linguaggio, il nostro essere etnico, i nostri modelli, faranno sì che sia un percorso personalizzato dove avremo la nostra fetta dell'oriente, ma nella quale vivremo sempre con una sottile coscienza da occidentale, se non applicheremo tradizioni e modelli autoctoni orientali, poichè il condizionamento subliminale e rimosso è sempre molto forte e inconscio, il quale ci permette sì di avere approcci con altre culture, ma di viverle inizialmente sotto la supervisione di una percezione che settorializza in un modo tipicamente officiale.
Inoltre una mente come quella occidentale, non allenata per questo tipo di cose potrebbe inizialmente e ingenuamente dato il caso, buttarsi a capofitto su tecniche e variazioni illimitate, perdendo il concetto specifico di meditazione e rilassamento: vedo spesso più una proliferazione di tecniche che una coscienza radicata di quale sia l'uso e la funzione, quale il modo..che non deve diventare un abuso alienante e non vissuto con piena partecipazione.
Tuttavia anche nel grosso movimento opulento e onusto di novità che si va delineando, con maggiori difficoltà di chiarificazione e di scelta, c'è una sensibile tendenza al progresso e all'approccio di diverse discipline già in età minore e sempre con meno tabù.




arcangelo
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 - inserita il 18/07/2008 02:17:55

- Sono d'accordo con te Simona,
e direi completamente.
Soltanto il baluardo inconscio dei miei meccanismi finisce spesso per dirigersi verso un altra strada, nonostante quello che ho letto e quello di cui ho discusso, poichè credo non vi sia ancora una direzione unica e interna verso un completo agire e sentire del corpo. Cosa difficile, ma che richiede tempo..
Questo uno dei punti principali di eventuali punti di risanamento..
Per adesso Notte,
Arcangelo


arcangelo
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 - inserita il 18/07/2008 17:59:08

- Stavo facendo una considerazione poc'anzi: ogni volta che qualcuno si inserisce e scrive in questo Forum il mio cuore si riempie di gratitudine. E'un evento importante perchè, oltre allo scambio, dà comunque vita e movimento al sito stesso. A volte mi prende lo 'scoramento' per via della limitatezza delle presenze, ma poi quando 'Vi' leggo non posso far altro che ringraziare il cielo perchè, come si dice dalle mie parti, 'pochi ma buoni' e certamente questo è un Forum dai contenuti di...livello.

Grazie a tutti!


Nazzarena X tutti
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 - inserita il 20/07/2008 02:31:16

- Grazie a te Nazzarena,
e per la tua presenza.
In questi due giorni di riflessione ho meditato un pò su quello che avevi "subodorato" e devo dire che ciò che hai sentito è una ripercussione di ciò che (ahimè) credo sia uno dei noccioli fondamentali delle mie problematiche, se non IL nocciolo incriminato -che poi si porta dietro tutta una serie di dinamiche.
Non essere totalmente nella realtà oggettiva, e anzi fugarne i momenti e spesso chiudere i propri battenti non a persone ma all'insieme dovere-mondo, dove trovare meravigliose prigioni dorate, e avere l'impressione di poter calpestare quel suolo soffice che non è condizionato da altre influenze che dai tuoi piedi, in un eden ricercato e a volte un pò forzatamente anacronistico per quanto riguarda tempi e bisogni.
Certo, quel Nettuno in 1a rx congiunto al Nodo Sud la dice lunga su quanto riguarda l'estraniamento, o la travisazione, o l'essere non completamente radicati: come se non ci si volesse pienamente in-carnare, entrare nel proprio corpo, e aleggiare soavemente e altrettanto etereamente in un mondo fantastico e immaginifico, e proprio perchè tale, più possibilista e meno legato alla materia.
Tuttavia, se da un lato può essere gratificante prendere bandiera di un modo di vivere legato a sensazioni e meditazioni, dall'altra il non-agire può essere eccessivo, soprattutto quando si accumulano cose da fare, compiti, doveri, ecc..
Tale approccio al mondo un pò "distrattamente attento" credo che sia uno dei miei tratti dalla nascita, poichè anche da piccolo mi "assentavo" temporaneamente dal circostante, come una "fuga" o un cercare qualcos'altro che mi soddisfasse (tipicamente nettuniano peraltro).
Naturalmente mi sono consapevolizzato -e a volte anche colpevolizzato- di questo tracciato; non sempre è stato così, poichè per anni adolescenziali ha prevalso la parte gemelli: tuttavia in un esprimere che era un gioire dalla posizione "atemporale" e non un gioire dall'integrazione e dal radicamento.
Insomma, come se andassi sempre un pò per conto mio..e di certo la doppia opposizione con urano ha accentuato le tendenze elitarie e a volte eccentriche.
E indubbiamente questo ha più favorito la parte del mentale più che quella corporea e concreta, anche nel vedere e approcciare l'esistenza.
Per ora mi fermo qui, tuttavia anche a costo di espormi ho considerato giusto e oltretutto utile mettere in gioco un tema che inoltre è rispuntato proprio in questi giorni, ricordandomi su quali punti principali vorrei lavorare per capirci un pò meglio.

Un saluto, notte e buon proseguimento,
Arcangelo


arcangelo
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 - inserita il 20/07/2008 16:34:17

- Caro Arcangelo,
il tuo Nettuno è saldamente ‘ancorato’ a Saturno e se anche a volte risultasse ‘fluttuante’, quel Saturno così imperante, che tutto controlla dall’alto monte, dopo uno strattone di realtà, ri-avvolge il filo e porta a terra l’aquilone variopinto e cangiante che svolazza tra le rosee nuvolette…
C’è da chiedersi come mai un’anima sceglie un progetto ‘gemelli di sesta casa ‘ casa della Vergine…segno che poi ti ritrovi nella casa della ‘vocatio’ossia la nona. Sembra esserci un continuo richiamo al…’soma’, all’importanza e al rispetto del corpo, veicolo dello spirito. E’ come se la mente dovesse considerare che c’è anche un corpo da rispettare, da disciplinare…esso non è il limite dello spirito, ma il suo complemento.
Il corpo è il mezzo di ‘manifestazione’ dello spirito ed è, quindi, un ‘veicolo’ non ‘staccato’ da esso, anzi, il ‘cammino’ spirituale è per lo più legato primariamente, al rispetto dei tempi, allo scandire di orari e regole. Nei monasteri gli orari della preghiera, ad esempio, come anche quelli del lavoro, del mangiare e del dormire, sono scanditi inesorabilmente alla stessa ora, sempre uguale tutti i giorni….perché? Perché se non riconosco i bisogni e i limiti del mio corpo dovrò ‘sforzarmi’ a mantenerlo sano se voglio l’auto- realizzazione della mia anima. Troppo spesso si parla di spiritualità ‘saltando’ gradini fondamentali ….i bisogni primari corporei dovrebbero innanzitutto entrare in armonia con i ritmi giorno/notte.
Con un esubero di fuoco/aria le ‘pile’ sono sempre accese ed è molto difficile ‘accorgersi’ del corpo e delle sue esigenze, forse solo la somatizzazione può fare da tramite portando un messaggi di squilibrio.
L’integrazione corpo - mente - psiche, nel tuo caso, è molto importante.
Il fuoco e l’aria non vogliono limitazioni (basta osservare un incendio all’opera!...magari con il vento che amplifica il fenomeno).
Comunque anche l’aspetto armonico tra la Luna capricornina e il mercurio taurino sembra di nuovo ribadire questo bisogno di entrare in certi schemi, per così dire, protetti e sicuri.

Buona domenica!


Nazzarena
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 - inserita il 26/07/2008 14:35:26

- Cara Nazzarena, credo anch'io che il discorso del radicamento valga sicuramente una buona parte della lettura di quel sole in 6a, dato che nell'emisfero inferiore del tema si parte con nettuno e si finisce con sole e marte in 6a che sicuramente ancorano i contenuti al corpo e permettono il radicare di concetti gemelli con la percezione e il coordinamento del mercurio in Toro. Inoltre nettuno in 1a è anche rx e congiunto al n sud, ulteriore motivo per rifocalizzare le energie e non prenderle così "rarefatte" come spesso può capitare con un nettuno stimolato, ed evadere anche innocuamente -senza nessuna sostanza, intendiamoci- ma comunque con quella patina di irrealtà anche immaginifica e trascendente, ma fin troppo poco...radicata, siamo sempre lì.
Si riprenderà forse dopo essere passata dai passi della 6a una migliore e più chiara definizione della spiritualità, che a volte rischia di passare per confusione..e riprenderò anche io più tardi, a dopo


arcangelo
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 - inserita il 27/07/2008 02:17:06

- Rieccomi, anche se ad orari improponibili.
Stavo proprio leggendo, penso abbia fatto confusione anche tra i ruoli primari nei cicli di vita: costruzione, consolidamento, rivisitazione, discesa e liberazione.
Io sono partito già bello che rarefatto!
Prima dovrei costruire questa torre, questi limiti cari alla 6a, questa fortificazione, per non disperdermi nell'inconscio collettivo, oppure nella grande mater, nella passività avvolgente, quella venere cancro, quella luna 1a, quel nettuno così affascinante e magico: ma è un fluire con, è un perdersi nel, è anche un dimenticarsi..
E proprio oggi vedo come io possa avere avuto un ruolo completo di dimenticanza, oblio, senza cadere nel patologico o nelle sostanze, ma semplicemente nel "non essere". e non lo dico causticamente, poichè l'essere trascendente lo reputo una grande cosa, ma tuttavia ci vuole prima una struttura prima della discesa dalla torre: altrimenti da cosa discendo, o da cosa ascendo (come Dante, il Transumanar?)
Già da piccolino fuggivo, o mi "estraniavo". Non mi si faceva toccare la materia neanche a piangere in cinese.
Preferibilmente sempre dolce, dolce; salato era un sapore un pò bandito, non si sapeva se fosse amico o nemico; amaro era uno sconosciuto, piccante non ne parliamo. In ogni caso, l'aura un pò "strana" me la sono portato dietro per anni, e ancora oggi mi sento parecchio "disconnesso" dalla realtà in certi momenti, soprattutto con la percezione attuale: potrei essere in qualsiasi posto con la mente, ma non qui, non adesso, non ora. Credo questo un altro punto che giochi a favore dell'astrazione, forse un sole opposto ad urano, l'incompleta presenza, sempre bisogno di progettualità di là da venire.
Gioca strano come saturno, un pianeta che dovrebbe ricomporre il tutto, sia in 10a, la casa dove dovremmo far riconoscere noi al mondo in base al servizio che diamo alla società. O forse non è così strano? In ogni caso devo arrivare lì, e sebbene tutto sia in valori d'aria, ci sono anche pianeti che hanno bisogno di terra e di acqua, seppur pochi.
e credo davvero che debba innaffiarli o metterci qualche carriolata di terra poichè li sto trascurando da troppo tempo..

Notte, arcangelo


arcangelo
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